Adalgisa Scardetta, malata di SLA dal 2018, si è spenta mercoledì 20 novembre. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo non solo tra i suoi cari, ma anche nella comunità di Pescara, dove era molto conosciuta. Adalgisa era una donna generosa, amorevole, altruista e sempre disponibile. Ha saputo creare legami forti e autentici, che hanno arricchito chiunque l’abbia incontrata. La sua vita è stata un esempio di coraggio e dignità, una lotta instancabile contro una malattia che l’ha accompagnata per sei lunghi anni.
Adalgisa si era sottoposta all’intervento di tracheostomia e PEG nell’ottobre 2020. Nonostante fosse allettata e comunicasse tramite puntatore oculare, ha continuato a vivere con una straordinaria forza d’animo e un amore immenso per la vita.
Adalgisa, un esempio vivo nell’Associazione ISAV
Adalgisa è stata una delle prime pazienti che abbiamo avuto il privilegio di sostenere come Associazione ISAV (Io Sono Ancora Vivo). Non si è mai arresa, diventando non solo un simbolo di resilienza, ma anche un membro attivo della nostra comunità.
Grazie all’impegno dell’Associazione ISAV, Adalgisa ha potuto affrontare la malattia con maggiore dignità e conforto. Siamo orgogliosi di poter fornire supporto fondamentale ai malati di SLA e alle loro famiglie, offrendo ausili e servizi che possono fare davvero la differenza. La sua forza e la sua testimonianza ci spingono a fare sempre di più per migliorare la qualità della vita di chi affronta questa terribile malattia.
Il ricordo delle sue parole
Ad ottobre 2023, Adalgisa ha partecipato al nostro programma Mondo SLA, trasmesso ogni sabato alle 11:00.
Utilizzando il puntatore oculare, ha letto un discorso toccante che riflette il suo vissuto, le sue difficoltà e la sua incrollabile speranza. Tra le sue parole più significative:
“Convivo con la SLA da quattro anni e mezzo. La malattia è arrivata come uno tsunami, distruggendo improvvisamente una vita meravigliosa fatta di sacrifici, amore e speranze. Io, una persona iperattiva, moglie, madre di tre figli, lavoratrice, sempre pronta ad occuparmi di casa, famiglia, genitori e chiunque avesse bisogno, mi sarei ritrovata bloccata per sempre.
Poi ho dovuto affrontare una decisione terribile: accettare o meno la tracheostomia in caso di crisi respiratoria. Non si immagina mai di dover scegliere tra vivere o morire. Il 30 settembre 2020, una crisi respiratoria mi ha colpita. Pur superandola in ospedale, ho dovuto prendere una decisione.
Per me, la vita è un dono sacro, soprattutto per i miei figli. In passato ho già affrontato il dolore di perdere una figlia, morta il giorno dopo la nascita per un errore medico. Non mi sono arresa allora e non potevo arrendermi ora. Ho deciso di vivere, nonostante le incertezze e le paure.
Questa decisione è stata possibile grazie agli insegnamenti dei miei genitori, alla fede in Dio e all’amore della mia famiglia, che da quel momento è diventata la mia voce, le mie braccia e le mie gambe. Ma non è facile: la SLA è una malattia devastante, crudele, ingiusta, inesorabile e pandemica, perché colpisce anche chi ti ama.
In questo percorso difficile ho sperimentato bellezze e dolori.
La bellezza della mia famiglia, che, pur stremata e distrutta, non mi ha mai abbandonata. La bellezza degli amici: numerosi, presenti, provvidenziali. La conoscenza di tantissime persone malate, non solo di SLA, con cui sono nate amicizie vere, fondate sulla condivisione e sul supporto vicendevole.
Ho conosciuto anche personale sanitario professionale, umano e di cuore. E poi Lorenzo, incontrato il primo giorno in ospedale, che è diventato subito un caro amico: efficiente, risolutivo, generoso in un modo per me sconosciuto. Solo chi ha conosciuto un dolore così grande, dagli effetti collaterali devastanti, può allargare il cuore generando gratuitamente del bene, come ha fatto lui creando l’associazione ISAV”.
Un vuoto incolmabile e un’eredità preziosa
La sua scomparsa ci ricorda quanto ancora ci sia da fare per supportare adeguatamente le famiglie e i malati di SLA. Mancano operatori specializzati, coordinamento per le cure e un adeguato sostegno economico per chi deve assistere persone completamente dipendenti, giorno e notte.
I funerali di Adalgisa si sono svolti oggi, 22 novembre 2024, alle ore 15:30, nella Chiesa San Giovanni Battista e San Benedetto Abate a Pescara Colli, in Strada Pandolfi.
Adalgisa lascia un’eredità preziosa: un messaggio di resilienza e amore che continuerà a nel cuore di chi l’ha conosciuta. Come diceva lei stessa:
“Io Sono Ancora Viva. Io non sono la mia malattia. La SLA mi impedisce di fare tutto, ma non può togliermi il cuore, la mente, le emozioni, il desiderio, la speranza, la vita. E, con la mia vita, forse insegnerò a qualcuno quanto è prezioso tutto ciò che abbiamo.”