Matteo Di Cola riprende gli studi nonostante la mamma sia malata di SLA

Matteo Di Cola, giovane montesilvanese, dopo aver interrotto gli studi per stare vicino alla mamma malata di SLA, ha deciso di ritornare all’Università. La sua è una situazione delicata e difficile da gestire. Affronta tutto insieme al papà Lorenzo, che recentemente ha subito una brutta battuta dalla vita, dalla quale fortunatamente si è ripreso.

Matteo Di Cola, figlio modello che tutti vorremmo avere

Matteo Di Cola, 22 anni, è un grande appassionato di videogiochi. Dopo le superiori, ha sospeso gli studi nel momento in cui anche il papà Lorenzo aveva deciso di lasciare il suo adorato lavoro a causa della malattia della mamma Annarita. Lei, come già detto, è malata di SLA e ha avuto bisogno di assistenza fin dal momento in cui, sei anni fa, le è stata diagnosticata la malattia. Un’assistenza che oggi è H24 e che, quando non si riescono a trovare badanti, è compito dei familiari, che sacrificano le proprie vite per prendersi cura di una persona cara con amore.

Fino all’anno scorso, Matteo ha messo da parte la sua vita per dedicarsi alla mamma. Le sue parole (clicca qui per vedere la sua storia e quella di sua mamma Annarita), che descrivono la sua giornata dentro casa, sono da brividi. Ogni mattina si sveglia, posiziona il puntatore oculare per aiutare la mamma, assiste gli operatori sanitari nell’igiene, cambia le lenzuola, imposta l’alimentazione e dà le medicine. Solo la sera riesce a sentire gli amici o a distrarsi leggendo un libro o un quotidiano.

Cose che fa ancora, ma con meno frequenza, perché ha deciso di prendersi finalmente uno spazio per sé: lo studio. Si considerava “un secchione” alle superiori, ed è per questo che i suoi genitori e il Presidente di ISAV, Lorenzo D’Andrea, lo hanno sempre spronato a riprendere gli studi. E per fortuna lo scorso anno, Matteo si è iscritto all’Università G. D’Annunzio di Pescara al Corso di Laurea in Lingue e Letterature Straniere. Quest’anno, Radio ISAV ha rimborsato le tasse universitarie e ha già programmato di rimborsare anche libri, trasporti e qualsiasi altra spesa attinente al suo percorso di studi.

La SLA della mamma Annarita

Annarita aveva 50 anni quando ha iniziato ad accusare i primi problemi di mobilità, che assolutamente non associava a quella terribile malattia che poi le è stata diagnosticata. Conduceva una vita normale: accompagnava il figlio a scuola, andava a fare la spesa al mercato, prendeva un caffè con l’amica e poi andava al lavoro, dove faceva la commessa.

Inavvertitamente, la sua routine cambiò per sempre il 19 maggio 2018, in occasione della festa della mamma. Organizzò insieme alla sua famiglia una gita in montagna, dove iniziò a sentire pesantezza alle gambe. Si pensò che fosse un problema al cuore, ma non fu così. Il sospetto che non fosse un problema cardiologico, ma neurologico, emerse quando la gamba sinistra peggiorò. Pensando che fosse un problema alla schiena, si sottopose a un intervento per un’ernia, seguito da un periodo riabilitativo a Popoli.

Con la debolezza che si accumulava, durante il Covid Annarita si sottopose a nuove visite. I medici, non avendo capito che si trattava di SLA, le consigliarono addirittura uno psicologo, pensando che Annarita fosse ormai “fissata” e fuori di senno. La diagnosi ufficiale arrivò nel 2021 e, nel 2022, data l’aggressività della malattia, si sottopose anche agli interventi di tracheostomia e Peg.

Oggi Annarita affronta questa battaglia con la sua famiglia, con le operatrici dell’Adi e con la compagnia che le regala tutte le mattine Radio ISAV (è una delle pazienti che più di tutte segue la radio, non solo il sabato, ma tutti i giorni). Annarita sogna di vedere suo figlio laureato, un sogno che condividiamo anche noi.

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