Se Stephen King stesse pensando al suo nuovo libro non potrebbe fare a meno di ispirarsi a Donald Trump. Dal 20 gennaio del 2025, giorno del suo insediamento come Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ne ha azzeccate poche. Con le sue quotidiane sparate si potrebbero creare tante trame per libri gialli davvero avvincenti, con ripetuti colpi di scena. La sua costante? Accuse, smentite, poi di nuovo accuse e ancora smentite e ancora smentite e accuse. Ma con chi ce l’ha? Forse con tutti, forse con nessuno o forse con se stesso? Più plausibile la spiegazione di dover dimostrare e, perdonatemi se utilizzo questo linguaggio, di averlo più lungo degli altri. Vedete, quello che sembrava all’inizio il nuovo paladino del mondo, è oggi una persona a cui credere poco o nulla. Ne ha dette tante, troppe.
Io (ridicolo) onnipotente for “America Last”
L’obiettivo di Donald è quello di riportare la sua America al centro del mondo. Ma rispetto agli anni che furono, non si è accorto che lo scenario politico ed economico è notevolmente mutato. Trent’anni fa la Cina era un povero Paese comunista, senza una programmazione futura della propria economia. L’Europa, il vecchio continente, era una succursale americana dove, per conseguenza della seconda guerra mondiale, usi e costumi erano identici a quelli del Paese a stelle strisce. A contendersi l’egemonia geopolitica del Paese erano proprio loro: America e Russia. Quella Russia, ricca di materie prime e impegnata nel rafforzare l’esercito, non era di certo famosa per l’emancipazione culturale della sua popolazione.
Oggi, a Trump questo mondo non piace. Quello fatto di una Cina prima superpotenza industriale con cui è difficile confrontarsi, nemmeno su temi che hanno riguardato da sempre solo la Silicon Valley: innovazione tecnologica e intelligenza artificiale. Quel mondo che aveva beneficiato della globalizzazione, ormai, è in crisi perché c’è un uomo che vuole introdurre misure protezionistiche per elevare la propria economia. Non bisogna parlare solo di dazi, ma anche e soprattutto di quelle guerre che si dovrebbero risolvere solo perché ad intervenire è l’onnipotente Trump. Perché lui è un poliglotta, capacissimo di trovare nuovi equilibri economici e di porre fine alle guerre con la sua diplomazia (autocratica), io (ridicolo) onnipotente.
C’è da domandarsi: allora perché il popolo americano ha concesso a lui il suo secondo mandato? Era davvero consapevole di tutto ciò che avrebbe scatenato? Credo fermamente di no, nemmeno tra i suoi sostenitori. Allora forse quello che doveva essere il progetto di America First è diventato l’incubo dell’America Last. Dopo la prima esplosione dei mercati finanziari, l’economia americana è rallentata, salita l’inflazione e i rapporti con il resto del mondo si sono quasi degradati. Gli Americani sognavano nuove ricchezze, un nuovo benessere, che per ora è solo un miraggio. Dovranno cambiare le loro abitudini. Le nuove colazioni statunitensi saranno senza uova, i pranzi senza vino e pasta italiana, le feste senza Prosecco e Champagne. E quello status symbol di un ceto americano benestante si manifesterà in altri modi. Che ne so, proveranno a fare nuovi cocktail con birra e coca cola, nuove forme di pasta magari studiate e prodotte in laboratorio. Di fatto c’è però che gli americani non potranno più scegliere, o che per scegliere (non solo nell’alimentare, penso al settore moda, automotive) dovranno essere disposti a pagare molto di più di quanto stanno facendo oggi.
Gli errori più gravi di Donald Trump
E’ vero, ad ogni sua dichiarazione tremiamo. E’ bastato dirci che usciva fuori dalla Nato per doverci riarmare in tutta Europa, senza sapere se poi quelle mitragliatrici, carri armarti e droni serviranno. Ma Trump ne ha davvero dette tante che ciò che oggi ascoltiamo non fa nemmeno più notizia. Per esempio, togliere il dipartimento del ministero dell’istruzione è una di quelle cose che dovrebbe far irritare chiunque su questa Terra. E invece no, passa come una notizia come le altre.
Ma Trump, in questa guerra contro tutto e tutti, di errori ne ha compiuti molti. A partire da quando ha deciso di ricandidarsi. Schierare al suo fianco Elon Musk, è stato boomerang di cui non si conoscono nemmeno oggi le conseguenze. Ma io mi domando e dico: tu, Donald, che hai quest’arroganza che deriva dal tuo impero economico, come puoi affiancarti ad un uomo più ricco di te? Come puoi fidarti di chi, avendo più potere di te, può farti toccare il cielo con un dito (e sarebbe merito di Elon) o affossarti per sempre? In tanti dicono che senza Musk, Trump non avrebbe vinto. Non è proprio così ed è vero probabilmente il contrario. Non averlo con se o non averlo nemmeno contro (con Harris) gli avrebbe consentito comunque di vincere le elezioni, considerando l’avversario e per le modalità in cui si è presentato. Il problema oggi, Donny, è che quel tuo compagno di merende lo hai con te, e di questa situazione puoi subirne solo gli effetti negativi.
Il secondo errore grossolano fatto da Trump è stato quello di essere particolarmente duro con i Paesi confinanti. “La Groenlandia è nostra, Canada e Messico sono un peso per noi e bisogna uno da annettere e l’altro da escludere geograficamente da tutte le cartine del mondo”. Quando il tuo pourparler tocca stati confinanti e questi prontamente reagiscono, è fisiologico che il tuo abbaiare ruminando storie di qualsiasi tipo, perda forza, soprattutto in altri paesi, anche a te distanti. La Groenlandia rimane stato uno controllato dalla Danimarca, il Canada introduce dazi pesantissimi nei confronti di prodotti americani, il Messico sta per rispondere. Allora chi dovrebbe temerti? Perché chi è vicino a te reagisce fermamente e gli altri dovrebbero aver paura?
Terzo grande errore è quello di pensare di poter decidere tutto frettolosamente per conto degli altri. “Chiudo la ridicola guerra in Ucraina in un giorno”, “Se Hamas reagisce scateno subito l’inferno”. Le sue dichiarazioni sono un’esibizione della propria apparente onnipotenza, che puntualmente viene smentita. Le sue trattative fast, durano da mesi e non si concludono mai.
Quel sogno americano di libertà e di autorealizzazione che hanno portato tanta ricchezza negli Stati Uniti dov’è finito? Quanto gli americani saranno disposti a pazientare prima di annientare la propria identità?
A voi l’ardua sentenza..