Adoc Abruzzo pone ancora l’accento sulla problematica della carenza idrica, che anche durante l’ultima stagione estiva ha fatto sentire la sua presenza. La dispersione delle risorse idriche, la mancanza di efficienza nei processi di depurazione e le differenze nei servizi tra le aree interne e quelle metropolitane sono alcuni dei punti su cui l’associazione dei consumatori ha concentrato la sua attenzione da tempo.
Monica Di Cola, presidente di Adoc Abruzzo, si riferisce ai report di Legambiente e alle recenti osservazioni di Erasmo De Angelis, esperto in questioni ambientali e climatiche legate all’acqua. Di Cola dichiara: “È urgente un’accelerazione nell’affrontare la crisi idrica. Non siamo un paese privo d’acqua e certamente la nostra regione non lo è, ma nonostante ciò quest’estate abbiamo subito razionamenti, divieti e disagi.”
Tra le cause che contribuiscono alla scarsità d’acqua, oltre ai cambiamenti climatici, c’è “sicuramente il settore delle infrastrutture idriche, che non viene considerato strategico – commenta Di Cola – tanto che manca nei bilanci dello Stato, della Regione e dei Comuni da anni. Con la legge Galli del 1994 e l’introduzione del servizio idrico integrato, il finanziamento delle opere è stato interamente affidato alle tariffe, che si sono dimostrate ampiamente insufficienti. Il costo della tariffa, benché regolamentato, ha favorito una politica disomogenea che ha accentuato le disparità. L’Abruzzo ne è un esempio, con diversi comuni che gestiscono internamente e ben sei enti gestori delle acque. Quindi, tariffe diverse ma uguale mancanza di impegno di fronte agli investimenti necessari per il rinnovamento delle infrastrutture.”
“Parlando poi di depurazione – prosegue – siamo un paese con quattro procedimenti d’infrazione dall’Europa per la non conformità delle acque reflue, con già 142 milioni di euro pagati a titolo di sanzioni, e ulteriori multe in arrivo a causa del mancato riutilizzo delle acque depurate. Nel frattempo, la nomina del Commissario per la Depurazione è in ritardo. Anche in una regione come l’Abruzzo, con una forte componente industriale, esitiamo, nonostante la siccità abbia già colpito l’economia. È fondamentale pensare quanto prima a un utilizzo circolare delle acque, impiegando l’acqua depurata sia nell’industria che nell’agricoltura, anziché ricorrere all’acqua sotterranea.”
“In attesa di una visione globale sull’acqua e di una cultura del bene comune che riacquisti rilevanza, attraverso una legge più sostenibile – conclude la presidente Monica Di Cola – in Abruzzo è necessario accelerare, riprendendo le richieste presentate presso la Commissione per l’emergenza Acqua da Adoc, Adiconsum e Federconsumatori. Richiederemo un nuovo incontro con Ersi e con il vicepresidente della regione Abruzzo, Emanuele Imprudente, già commissario dell’ente e particolarmente attento a questa materia. Chiederemo l’adozione di una carta unica dei servizi e di una tariffa unica, con la prospettiva di un piano di investimenti per il rinnovamento dell’intera rete idrica regionale e per attuare una politica reale di riutilizzo delle acque.”